Cesare Tallone
Biografia
di Gigliola Tallone
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Cesare Tallone e l'allievo Pellizza da Volpedo
-INTRODUZIONE
-LA GIOVENTU'

-L'ISCRIZIONE A BRERA
-LA FAMIGLIA ARTISTICA
-I PRIMI RICONOSCIMENTI
-ESPOSIZIONE DI ROMA E GLI INIZI DELLA CARRIERA
-LA NOMINA A CARRARA, L'INSEGNAMENTO, ATTIVITA' E NOTE SALIENTI DAL 1884 AL 1891
-CESARE TALLONE E L’ALLIEVO GIUSEPPE PELLIZZA DA VOLPEDO
-ATTIVITA’ E NOTE SALIENTI DAL 1891 AL 1898
-LA NOMINA A BRERA E INCARICHI ACCADEMICI
-MILANO E GLI ALLIEVI FUTURISTI
-LA FAMIGLIA , GLI AMICI E LA MAISON RUSTIQUE
-LA MOGLIE ELEONORA TANGO TALLONE
-ATTIVITA’ DAL 1900 AL 1919 PREMI, INCARICHI ACCADEMICI E NOTE SALIENTI
-EREDITA’ SPIRITUALE DI CESARE TALLONE - LA CRITICA POSTUMA
-I FIGLI
-ARCHIVIO TALLONE
Quando Giuseppe Pellizza da Volpedo, alessandrino anch’esso, a 21 anni si iscrive alla Scuola Speciale a Carrara del trentacinquenne Cesare Tallone , nel periodo ‘88 ‘89 ’90, conosce e segue l’opera di Tallone gia’ dagli anni dei suoi studi a Brera, che frequenta dal 1884 al 1887.
Allievo come Tallone del Bertini, nell’84, a Brera e’ ancor viva la soddisfazione per il grande successo a Roma dell’opera storica di Cesare Tallone “Una vittoria del cristianesimo ai tempi di Alarico”.
L’opera di imponenti dimensioni, 3x6 metri, concepita e delineata dal neodiplomato Tallone nello studio che era dell’Hayez, all’eta’ di 26 anni e che, con lunghi periodi di permanenza,sara’ portata a termine tra l’80 e l’83.
Tallone quindi non lascia mai del tutto l’Accademia, e gia’ nell’84 partecipa al premio Principe Umberto ed espone nell’86 e 87, periodo in cui l’attento Pellizza studia in Accademia.
Il comune maestro Bertini non fa mistero di ritenere Tallone il suo piu’ brillante allievo, il quale lo ha ulteriormente gratificato con questo dipinto storico a riconoscenza del suo insegnamento.
Grazie al cielo, Pellizza era uno di quegli allievi che amavano prendere appunti fin dalla giovinezza,cosi’ come poi fara’ Carra’ allievo a Brera, cosa questa, che gratifica non poco i poveri studiosi.
Alle esposizioni Pellizza prende appunti:
“ricordare la teste di Tallone”… “Quanto a forza di luce non credo si possa andare piu’ in la”
Nell’87 Pellizza e’ deluso dell’insegnamento dell’Accademia di S.Luca a Roma. Nell’88, piu’ gratificanti saranno gli studi a Firenze con Fattori, ma e’ insoddisfatto, riconosce di non aver raggiunto la totale padronanza del disegno, indispensabile per trattare la figura, e soprattutto la figura di massa a grandezza naturale, per quel progetto di un grande dipinto,che e’ gia’ nella mente del giovane.
Cerca Tallone, di cui ammira la straordinaria padronanza del disegno e diventa suo allievo nel novembre del 1888.
Scriverà Pellizza di lui “Delle regole del buon disegno e della maschia pittura il Tallone fu l’unico tra i miei maestri”.
Il rapporto tra il giovane maestro e Pellizza, sara’ piu’ di quello canonico tra maestro ed allievo, poiche’ condividono totalmente quel modo di sentire l’arte come vocazione, cui la natura di Pellizza aggiunge la connotazione spirituale di arte salvifica per una migliore umanita’.
Segue attentamente e prende appunti alle lezioni con una puntigliosità e si direbbe, con amorosa attenzione .
Giuseppe Pellizza,che Tallone chiamera’ affettuosamente “Pepin”, non lascera’ mai il suo maestro.
Stringe amicizia con altri allievi di Tallone,lo svizzero Edoardo Berta e Romeo Bonomelli.
Dopo la scuola, andrà a trovarlo spesso sia a Bergamo che a Milano. Si tiene aggiornato della carriera del maestro e della sua vita intima, attraverso corrispondenza fitta, specie col Bonomelli. E Tallone lo ricambiera’ visitandolo a Volpedo e alle esposizioni.
Pellizza donera’ alla Carrara,come omaggio alla lezione di Tallone, il dipinto “Ricordo di un dolore”, ritratto di Angelina Negri.

Quel dipinto e’ un attestato alla riconoscenza verso il suo maestro.
Particolarmente toccante e significativa e’ la scelta di quel quadro, dipinto durante la scuola di Tallone: al valore affettivo ed intimo del ricordo del dolore per la scomparsa di sua sorella,si aggiunge l’attestazione d’affetto per il maestro che gli ha acconsentito di raggiungere il superbo risultato pittorico.
Nel 1891, fresco dell’entusiasmo per i risultati raggiunti nella figura grazie a Tallone,Pellizza si sente finalmente all’altezza del suo sogno , e, attraverso successivi studi lungo un decennio, firmera’quel quadro che sara’ il suo capolavoro: Il quarto stato.
All’Albertina quell’anno incontra Balla e con lui, come con tutti i giovani con cui entrera’ in contatto, diffondera’ la stima per Tallone, la cui scuola paragona ad una bottega rinascimentale.