Gigliola Tallone marzo 2012

UNA LETTERA DAL PASSATO DI GIUSEPPE TANGO
L’Italia del 1901 e l’Italia del 2012 nella stessa situazione: farabuttismo al potere e depressione morale del popolo


Giuseppe Tango

Questa lettera, non priva di umorismo, è una testimonianza storica degli antichi difetti italiani. L’autore é fratello di Vincenzo Tango, erudito giurista e integerrimo Procuratore Generale della Corte dei Conti, il primo dell’Italia Unita.
Giuseppe Tango, nato a Napoli il 1839, da Francesco Tango avvocato e Camilla Santorelli, inizió la carriera a Cuneo come Ingegnere del genio Militare fino al grado di generale, e visse a Napoli fino a tarda etá in una panoramica casa al Vomero. Come eminenza nel campo del disegno architettonico, tenne il discorso inaugurale dei corsi pareggiati di Disegno architettonico e Disegno ornamentale per l’anno scolastico 1893-94 presso la R. Universitá di Napoli.
Autore di trattati di architettura e urbanistica, si occupava di progetti di edilizia pubblica soprattutto della sua cittá, Napoli.
Da una lettera alla nipote Virginia si evince che svolse anche il compito di professore di un Liceo napoletano (che non sono riuscita ad identificare) con la carica di direttore sostituto nel periodo della prima Guerra Mondiale.
Fu un ottimo pittore e, pur considerandosi pittore per diletto, partecipó alla prestigiosa mostra dell’Esposizione Nazionale ed Internazionale di Roma il 1883 e al Concorso per il posto della Cattedra vacante dell’Accademia Carrara a Bergamo, cattedra conquistata da Cesare Tallone, che si imparenterá coi Tango sposando il 1888 la figlia di Vincenzo Tango e nipote di Giuseppe, Eleonora.
Dalla moglie Lucia Ghiglione, ebbe cinque figli, Egisto, Ines, Camillo, Bice e Giulia. Egisto, il primogenito, fu un superbo direttore d’orchesta, dal 1913 direttore del Teatro dell’Opera di Budapest e dal 1924 direttore della Volksoper di Vienna, per trasferirsi il ’33 a Copenhagen, dove chiuse la sua carriera. Dalle recensioni del tempo si evince una personalitá simile a quella di Toscanini.
La lettera di Giuseppe Tango è scritta nel periodo del “tremendo flagello” che sconvolse Napoli l’ottobre del 1901, la peste. Qui Giuseppe porta notizie al fratello della dichiarazione della cittá immune, era evidentemente rientrato l’allarme che aveva scatenato il panico.
Due personaggi eminenti che testimoniano le lacune e i difetti di un popolo e del governo che lo guida.
Nella lettera, Giuseppe commenta un articolo del fratello Vincenzo nel giornale “La Propaganda”, che condivide, in cui denuncia “l’attuale stato dell’immoralitá pubblica” non attribuibile al cattivo governo dei Borboni ma ai “maestri di furbizia delle provincie settentrionali”. Va evidenziata la voce autorevole e critica dell’allora Procuratore Generale della Corte dei Conti, pubblicata dalla stampa dell’epoca.
Giuseppe stigmatizza soprattutto la “depressione dello stato morale di tutta la cittadinanza, di tutta la massa”. Il popolo, piú che disgustato, è imbelle, assuefatto alla corruzione e semmai tende a trarre vantaggio dal “farabuttismo”.
Da uomo pragmatico, a Napoli Giuseppe preferisce Torino, pur “con tutti i suoi birbanti”, e paragona il decisionismo e l’armonia d’intenti di Torino che allestisce un’esposizione d’arte industrale, con quella “parodia d’esposizione d’igiene” organizzata a Napoli, senza programma né progetto, facendo, di quella mostra che definisce “un fiasco”, una severa quanto ironica descrizione.

17-10-1901 Lettera da Napoli di Giuseppe Tango al fratello Vincenzo [Roma]
Napoli 17 ott. 901

Carissimo fratello
Rispondo alla tua lettera del 5 avanti; ed innanzi tutto ti do notizie di noi; cioé tutti bene. Anche la minaccia del tremendo flagello in Napoli si é dileguata; sicché, come avrai rilevato dai giornali, Napoli é stata dichiarata immune, e la cittá potrá riprendere il suo assetto normale per questa gente. Leggo dalla tua lettera, che le prove scritte, per il concorso di Ciccillo dovevano aver luogo nei giorni 14 e 15; e spero sentire che per lui siano andate non solo bene ma benissimo.1
Ti mandai il giornale La Propaganda, sia per l’articolo di fondo, sia per le altre notizie. Tu scrivi cose giustissime nei concetti, e verissime. D’accordo che non è da attribuire al cattivo governo dei Borboni l’attuale stato d’immoralitá pubblica; e che questa é stata impostata dagli elementi piú furbi, ossia i maestri di furbizia delle provincie settentrionali. Io non mi scandalizzo degli affari loschi che ora avvengono in tutta Italia ed in tutto il mondo cosí detto civile, e ne avverranno sempre finché il mondo sussisterá! Ma a me fa paura immensamente la depressione dello stato morale di tutta la cittadinanza, di tutta la massa, che scansa qualunque intendimento di ribellione dell’animo in proposito, persuasa a priori che il farabuttismo sia come legge dello stato, che si debba aiutarlo a sottostarvici, anzi forse appoggiarlo, pensando ognuno di poterne anche giovare a proprio vantaggio. E avrei scusato ancora tutto questo, se attraverso a questo vi fosse ancora un poco di positivismo, di vitalitá, di praticitá. Ora tutto questo manca; e se nasce una iniziativa qualunque, questa deve morire sul nascere, perché trova tutti recalcitranti, tutti intenti ad obbiettare la propria opinione, facendo del bizantinismo, fino a trovarsi tutti nelle impossibilitá di intendersi e mettersi d’accordo. Altrove non é cosí; il sentimento patrio e quello della cittadinanza ha un ascendente su tutti; e quando s’intravede un bene comune si cerca niente altro che la formula per ottenerlo. Torino, io ammiro Torino, con tutti i suoi birbanti: sei mesi fa piace a uno di fare la proposta di una esposizione internazionale di arte industriale. Non si discute. Nessuno osa pensare né obbiettare che non riesca. Si provvede vertiginosamente ad allestire il progetto, trovare i fondi; ed ora i fabbricati per la nuova esposizione sono giá belli e costruiti in gran parte ed in gran quantitá. A Napoli si volle fare quella parodia d’esposizione d’Igiene cominciando senza un programma, senza un concetto e senza accorgersi che era sbagliato il tema ed il momento male scelto. Il tema non offriva matrice per una esposizione perché l’igiene non ha una forma plastica propria, e deve entrare in tutte le cose della vita. Dev’essere igienica la casa; ma nessun tipo speciale si ha per la casa igienica: tutte le case devono essere igieniche, e basta una buona distribuzione delle camere e delle aperture di porte e finistre. Vi sono i tipi delle case ospedaliere ma sono ospedaliere, e non si potrebbero costruire i palazzi in forma ospedaliera. Ma anche la forma della casa ospedaliera riflette piú l’organizzazione che l’igiene, questa consistendo specialmente nella nettezza dei locali. Il catino, l’orinale, la spugna che sono oggetti di igiene, ma si puó fare una esposizione di spugne, di catini e d’orinali? I promotori di quella esposizione non pensarono a questo; e finirono per ammettere i maccheroni, il formaggio, il cioccoletta, gli apparecchi ortopedici, i lavori della scuola A.Volta. Ma! Fu un fiasco? Doveva essere un fiasco! O si discute eternamente per concludere niente, o non si ragiona affatto e si fa fiasco.
I saluti a tutti, di tutti, io abbracciandoti Aff Peppino

1 Ciccillo: soprannome di Francesco Tango,( Firenze 17.8.1867-Siena 12.1.1925) figlio di Vincenzo, Geometra del Catasto con tre anni di esperienza in Sardegna e dintorni di Isernia, iscritto al Concorso per Ingegneri dello Stato, titolo che conquista.

Piú notizie in Gigliola Tallone, Virginia Tango Piatti, Una vita per la pace. La vita, le opere, la corrispondenza, Transfinito, Soave 2010.

Bibliogafia sintetica
Giuseppe Tango, Considerazioni di ordine estetico ed artistico circa il monumento nazionale a Vittorio Emanuele II, da erigersi in Roma. Boscomarengo, Tip. Gazzotti e C., 1883.
Giuseppe Tango, Relazione intorno al progetto per il monumento nazionale a Vittorio Emanuele in Roma presentato al concorso dal capitano del genio Tango Giuseppe, Alessandria, Tip. Gazzotti e C., 1883.
Giuseppe Tango, (Napoli-Risanamento). Gli effetti finanziari della legge del 15.1.1885 pel risanamento di Napoli rispetto ai privati, Napoli, Gambella, 1889.
Giuseppe Tango, Discorso inaugurale dei corsi pareggiati di Disegno architettonico e Disegno ornamentale per l’anno scolastico 1893-94 presso la R. Universitá di Napoli. Napoli, Tip. Monitore degli Annunzi, 1893.