CHI L’HA TROVATO "ARTE"
di Gigliola Tallone.

Questa pagina e’ concepita allo scopo di dare notizia dei dipinti e documenti inediti di Cesare Tallone, venuti alla luce dopo la pubblicazione del mio libro “Cesare Tallone, Electa,2005.”

Tutti i diritti riservati.



Cesare Tallone. Studio preparatorio del dipinto “Una Vittoria del cristianesimo al tempo di Alarico”, 1879c
Olio su tela, cm.120X 85, firmato C.Tallone, retro in alto a sinistra.

Collezione Zacchia Canale, Roma


Questa splendida new entry, e’ l’unico dipinto finora pervenutomi degli studii preparatori del dipinto storico “Una Vittoria del Cristianesimo ai tempi di Alarico”, che segna il debutto di Cesare Tallone all’Esposizione Nazionale di Roma del gennaio del 1883, dipinto di grandi dimensioni (cm.305x535) che fu subito acquistato dal principe Marcantonio Borghese e trasportato nel suo palazzo di Roma, e poi trasferito a Pratica di Mare, dove fu distrutto dai bombardamenti nel 1943 . Sappiamo che Francesco Hayez presto’ il suo studio interno all’Accademia di Brera al giovane Tallone, per l’esecuzione dell’enorme dipinto a cui Tallone attendera’ alla fine dei suoi studi. Sara’ Tallone stesso a ricordarlo in una lettera del 25 febbraio 1885, spedita da Milano all’Accademia Carrara, presentandosi alla gara per il concorso alla cattedra di pittura, che vincera’ “ Sino dal momento che cominciai il mio grande quadro storico esistente a Roma, avevo allora ultimato i miei studi in questa accademia ove dopo, nei locali della stessa, per gentile favore accordatomi dal defunto professore Hayez, ebbi a eseguire il quadro impegnandovi circa tre anni insieme ad altri lavori.” (Hayez muore nel 1882).

Al gia’ noto episodio si aggiunge, in tempi recentissimi, l’inedita notizia di una lettera datata 5 agosto 1880, indirizzata da Tallone al suo benefattore di Alessandria Domenico Boratto, ove si evidenzia la gioia del pittore per gli elogi del professor Hayez per certi disegni di anatomia e, a seguito del valore pittorico riconosciutogli, finalmente gli viene concesso di poter porre una tela di 5 metri di lunghezza, piazzata nello studio del medesimo Hayez.(Archivio Boratto).

Si sposterebbe cosi’ la data dell’inizio del grande dipinto all’estate dell’80, mentre dalla lettera inviata alla Carrara si parla di tre anni, quindi parrebbe dal 1879, anno conclusivo dei suoi studi, come risulta dagli archivi di Brera. Il grande dipinto definitivo , esposto a Roma nel gennaio del 1883,fu l’ultimo del genere storico, epifania e omaggio all’insegnamento dell’amato maestro Bertini.
(quindi terminato nel 1882 perche’ la partecipazione alle mostre prevede molto anticipo, talvolta mesi per la spedizione)
Gia’ alla fine dell’anno accademico1879 ,Tallone aveva ricevuto in premio una medaglia di Lire 300 per un dipinto storico dal lungo titolo Una pia donzella difende dalla rapacita’ di un godo gli arredi sacri affidati alla sua custodia, dipinto anch’esso ispirato, come il grande successivo, ad un episodio della Storia della citta’ di Roma nel Medioevo dal secolo V al XVI, scritta dallo storico tedesco Ferdinand Gregorovius. In questo caso il soggetto e’ scelto dalla commissione del premio e tema della prova d’esame. Tra i suoi compagni, vince una medaglia onorevole con lo stesso soggetto Gaetano Previati, col dipinto dal titolo La pia fanciulla ai tempi di Alarico.


Cesare Tallone Una pia donzella difende dalla rapacita’ di un Godo gli arredi sacri affidati alla sua custodia
, 1879, olio su tela, cm 150x130 (Pinacoteca di Brera)

Tra lo studio preso in esame, sopra riprodotto a colori e il quadro storico definitivo (qui sotto)esistono evidenti analogie, la prima delle quali , la postura del personaggio accasciato al suolo con la spada accanto. La giovane invece, che posa con lo sguardo ispirato, assomiglia alla modella che posa nella Pia donzella, in modo tale da poter azzardare che sia la stessa, mentre per la figura femminile protagonista del quadro storico definitivo, Tallone sceglie evidentemente un’altra modella.




Cesare Tallone Una vittoria del cristianesimo ai tempi di Alarico, 1879-1882, olio su tela, cm. 305x535, gia’ coll. Principe Marcantonio Borghese ( opera distrutta nel 1943 a Pratica di Mare.)

Lo storico Ferdinand Gregorovius, che era anche socio onorario dell’Accademia di San Luca, inviera’ una lettera di congratulazioni a Tallone: “Provo una vera soddisfazione mirando il suo bellissimo quadro, nel quale Ella ha raccolto la mia idea cosi’ felicemente, e cosi’ artisticamente l’ha messa in esecuzione. Me ne congratulo con lei. Ella e’ giovane ancora, e tanto piu’ mi rallegro, imperocche’ cotesta Vittoria del cristianesimo e’ una vittoria sua propria riportata nel campo dell’arte. Cio’ mi fa pensare esser lei vocata a cogliere ancora premi maggiori”

Il dipinto della collezione romana (in alto a colori)perviene all’attuale proprietaria dal nonno, antiquario mantovano e collezionista appassionato della pittura dell’Ottocento.
Ringrazio la gentile signora Doretta Zacchia, alla quale porgo i miei complimenti per il bel quadro di Cesare Tallone, del quale sottolineo l’importanza storica. Gigliola Tallone

Ad esclusione della notizia inedita di questo dipinto, tutte le note , bibliografia e argomenti trattati in Cesare Tallone Electa, 2005


UNA ECCEZIONALE NOVITA’ STORICA E DOCUMENTALE
I primi ritratti di Cesare Tallone ragazzo, prima dell’ingresso a Brera nel 1872

Molti studiosi hanno parlato del periodo giovanile di Tallone, in particolare riferendosi ad Alessandria. Non avendo mai incontrato suoi ritratti certi di questo periodo, anch’io nel mio libro Electa, 2005 ho dovuto accontentarmi di menzionare solamente quanto riportato dai primi osservatori , concidente con i ricordi di famiglia. A chiusura del libro per la stampa, mi sono stati sottoposti due ritratti dalla gentile Prof.ssa Federica Riva, bibliotecario del Conservatorio A.Boito di Parma

Per conoscenza riporto qui la mia lettera. Ho confermato l’attribuzione del Prof. Godi, riconoscendo la indubbia mano, acerba, certo, ma inconfondibile di Cesare Tallone. I due ritratti facevano parte della collezione del nobile parmense Lodovico Gambara, che ne fece dono al Conservatorio. Sono stati pubblicati sul catalogo e esposti alla mostra a Palazzo Pigorini Addio al Ducato. Parma nell’eta’ della destra storica 1860-1876, 8-30 ottobre 2005.

Le schede sono della prof.ssa Riva. La datazione e’ da me attribuita (lascio tra parentesi la precedente datazione)




Cesare Tallone Giovane suonatore di violino
1867-1872, cm. 63x69, firmato in rosso in basso a destra CT

Mostra storica Parma 1860-1875.

Dalle schede degli oggetti prestati dal Conservatorio di musica, a cura di Federica Riva

4

CESARE TALLONE
(Savona 1853 - Milano 1919)
Giovane suonatore di violino, 1867-1872 (1882)

olio su tela, cm 63x69; cornice bianca decorata in oro cm 70x76. Firmato in basso a destra in rosso «CT »; nel verso su un foglietto si trovano l’attribuzione, il titolo e la data. Inventario storico n. 2569 (targhetta sul lato).
Conservatorio di musica ‘A. Boito’. Museo storico.

Il giovane violinista scuro di capelli, più bambino che adolescente, è ritratto con la mano destra nell’atto di tirare l’arco e la sinistra in posizione sul manico. Alle sue spalle si apre sullo sfondo un paesaggio di colli (piemontesi ?), di cui il più vicino dominato da un castello.
Cesare Tallone, insigne pittore e direttore a Milano dell'Accademia di Brera, ebbe diversi figli tra cui, attivi in campo musicale furono la musicista e concertista Emilia, la pianista Ponina e Cesare Augusto, costruttore di pianoforti e accordatore preferito di Gabriele D'Annunzio, Arturo Toscanini e Arturo Benedetti Michelangeli. F.R.

BIBLIOGRAFIA: Archivio Tallone Milano



Cesare Tallone Giovane suonatore di Bombardino

1867-1872, cm. 63x78 firmato in basso a destraCT

CESARE TALLONE
(Savona 1853 - Milano 1919)
Giovane suonatore di bombardino, s.d. 1867-1872 [1875 ca.]

olio su tela, cm 50x65 cm; cornice nera cm 63x78; firmato in basso a destra «CT»; nel verso su un foglietto sono dattiloscritte l’attribuzione e il titolo; sul retro della cornice, lato sinistro: marchio tondo con al centro «OC». Lungo tutto il retro della cornice si trovano scritte a matita o a penna, datate tra il 1875 e il 1878, tra cui si distinguono: sul lato sinistro «Luigi Provesi 11-2-1878» e l’appunto «Giovedì’ mattina alle ore 11 [illegibile] 05 con un favore alquanto [illegibile]»; seguono quattro nomi, tra cui «Rocchi», e la data «13-7-1875». Sul lato inferiore, a penna: «[illegibile] Parma, 10-4-1876». Sul lato destro, a matita «Mou[..] 10-11-76. Bellingeri 11-10-76». In alto, timbrato in inchiostro nero «37». Inventario storico 2570 (targhetta sul retro).
Conservatorio di musica ‘A. Boito’. Museo storico.

Come nel ritratto precedente il dipinto raffigura un bambino musicista, biondo con occhi marroni e labbra carnose, ritratto con un bombardino tenuto in mano in posizione di riposo. Ben in evidenza è raffigurata solo la parte superiore dello strumento con il canneggio rotondo che porta al bocchino, i cilindri e le ritorte, la campana.

F.R.


Sul retro della cornice del giovane suonatore di bombardino, come si legge sulla scheda, vi sono molte annotazioni, alquanto sbiadite e poco leggibili. Comunque non attribuibili a Tallone, il quale, come tutti i pittori di buon senso, non avebbe mai fatto annotazioni su una cornice, sapendo che si tratta di un decoro che puo’ cambiare padrone…La mano invece e’ del tutto simile a quella del Giovane suonatore di violino. Non c’e’ alcuna apprezzabile differenza di tempo di esecuzione, cosi’ le due opere mi sembrano eseguite nello stesso tempo o tempi vicinissimi. Trovare un anno certo e’ impossibile, ma dobbiamo considerare la precocita’ di Cesare Tallone, che, quattordicenne (1867), diviene aiuto del pittore alessandrino Pietro Sassi, dopo essersi distinto presso la bottega dell’incisore Annibale Motti, (altra notizia recente direttamente dagli eredi Motti, e a mia conoscenza dopo il libro), bottega nella quale Tallone e’ subito emerso per il grande talento; da ora il nome Annibale Motti entrera’ a far parte di quei “notabili” di Alessandria che appoggiarono Tallone presso il Municipio di Alessandria affinche’ si facesse carico degli studi a Brera, cosa che avvenne nel dicembre del 1872.
Con le mie ricerche per la monografia di Cesare Tallone, ho illuminato un periodo della sua vita totalmente sconosciuto. Riporto percio’ la lettera integrale inviata alla Pro.ssa Riva:


21 settembre 2005
Gentile Federica Riva, le affido, con la preghiera di menzionarmi come fonte, una notizia assolutamente inedita, frutto di anni di ricerche presso gli archivi di stato e delle curie. Questa notizia esce per la prima volta nella monografia da me curata che ora e’ in stampa e sara’ presentata all’inizio del dicembre di questo anno. Non l’ho inserita nel sito web per non correre il rischio che qualcuno si appropiasse della mia fatica, ma mi sembra giusto farla partecipe. Mi potra’ inviare un pdf con le schede che immagino saranno in un catalogo della mostra e naturalmente, se saro’ in tempo, verro’ a visitarla.
Nelle ricerche documentali eseguite ex novo da me, sulle tracce del padre di Cesare, Pietro Tallone,(nato a Pinerolo) ho scoperto che, dopo la nomina di Capitano nella seconda guerra d’indipendenza del 1859, venne trasferito a Parma con il ruolo, dal 1860, di Capitano relatore del Real collegio militare. Quindi la famiglia che durante i mesi della guerra si reca ad Alessandria, lo raggiunge e vi risiede per tre anni fino alla sua morte, avvenuta l’11 giugno del 1863. A Parma nasce l’ultima sorella di Cesare, Maria Linda il 2 marzo 1861, nel Real palazzo del giardino demaniale. Cesare( Savona 11-8-1853-Milano 21-6-1919) quindi risiede a Parma dall’eta’ di 7 anni a 10 anni. (…) Posso aggiungere che la madre di Cesare, Teresa Macario (nata ad Alessandria) era pianista e probabilmente aveva istruito la figlia maggiore, Carlotta, nata nel 1850 a Pinerolo* (se esistono archivi con gli allievi della scuola di musica di quegli anni, puo’ controllare se figura il nome Tallone?) E’ probabile che Tallone non avesse dimenticato del tutto quegli anni e continuasse ad avere rapporti affettivi con la citta’.Dalla testimonianza scritta dal figlio Cesare Augusto(pianoforti Tallone)sappiamo che il padre aveva un eccellente orecchio musicale e che divertiva amici e figli accordando una scala armonica con bicchieri di cristallo riempiti d’acqua ed eseguiva “melodie di Verdi, Donizetti e Bizet”. La stampa bergamasca parla della sua voce impostata e profonda. Come lei riporta, la figlia Milini era concertista e anche Ponina, pur autodidatta, aveva suscitato l’ammirazione di Miecio Horszowski. (io l’ho ascoltata eseguire Mozart in modo splendido all’eta’ di 90anni!) L’amicizia di Cesare Tallone con Arturo Toscanini e’ probabilmente precoce. Come nel caso di tutti gli altri suoi amici,D’Annunzio, Sibilla Aleramo, Sarfatti ecc, i figli continuano la frequentazione anche con Toscanini. Alberto Tallone (stampatore) nella fine anni venti fino al 1932 conduce una libreria antiquaria con Walter Toscanini, Cesare Augusto(accordatore costruttore di pianoforti) ne ottiene l’ammirazione e Guido Tallone (pittore) esegue a New York il ritratto di Arturo Toscanini nel 1952 e alcuni bellissimi ritratti a matita di Wanda Horowitz e Emanuela Castelbarco. All’ esposizione dell’Accademia Carrara del 1887, Cesare Tallone espone, insieme ad altre opere, il “Ritratto del signor Pizzi maestro di musica”, del quale la stampa bergamasca fa una breve descrizione elogiativa, ma purtroppo del ritratto non si conosce l’ubicazione. In quegli stessi anni (1886-1887, data desunta dall’articolo della Gazzetta Provinciale di Bergamo del febbraio 1888 che li descrive nel suo studio terminati) ritrae il tenore Francesco Pasini,( presso la Galleria d’Arte Moderna di Brescia) , Amilcare Ponchielli, probabilmente postumo, (di proprieta’ della Misericordia Maggiore, ora pinacoteca del museo Donizettiano a Bergamo). Anche il ritratto di Vincenzo Petrali,(sempre Museo Donizettiano) risale probabilmente a quegli anni.Al Circolo artistico Bergamasco nel 1896 espone il “Ritratto del maestro Bertoletti”, di cui non si conosce la descrizione ne’ l’ubicazione, penso che si tratti di un maestro di musica. Sapra’ usare, abbreviandole, le notizie qui sopra.
La notizia della residenza a Parma era sconosciuta persino dai figli e quindi mi sento particolarmente orgogliosa di aver fatto questa piccola e importante scoperta.
Le chiedo percio’ ancora, di menzionarmi. Attendo le fotografie. Gigliola Tallone


*tra le sorelle accenno solo a Carlotta, primogenita e Maria Linda, l’ultimogenita. La seconda sorella era Maria Natalina, nata a Savona il giorno di Natale del 1855. Teresa Tallone Macario, pianista, sposata nel 1846 con Pietro Tallone, torna alla sua citta’ natale di Alessandria coi figli subito dopo la morte del marito, nel 1863; Cesare Tallone quindi vi approda all’eta’ di dieci anni. Qui e’ molto probabile che la madre abbia insegnato musica non solo ai figli, ma anche a giovani della citta’ (notare il paesaggio tipico di Alessandria nel giovane suonatore di violino.) Potrebbe esserci una relazione tra lo stesso collezionista parmense Lodovico Gambara a lungo proprietario dei quadri, o i suoi ascendenti, forse conoscenti diretti della madre di Cesare Tallone nel periodo di Parma.



E’ seguita la mia visita alla bellissima mostra che ricostrusce il periodo del passaggio del Ducato di Parma al Regno Unito, dove facevano mostra di se’ i due quadri giovanili di Tallone. La visita del “Real Palazzo dei giardini demaniali” (Palazzo Ducale Farnese) mi ha riempito di emozioni al pensiero che li’ avesse abitato mio nonno ragazzino, e sempre li’ il bisnonno Capitano Pietro Tallone, avesse perso la vita sotto i ferri del chirurgo militare. Alla mostra ho ricevuto inmediatamente l’impressione, dalla visione dei ritratti coevi di altri autori, la importante differenza della caratteristica innata del giovanissimo Tallone. Qui c’e’ vita e spontaneita’, negli altri ritratti c’e’ posa studiata e pittura oleografica. Sappiamo la potenza rappresentativa raggiunta da Tallone nelle sue opere alla scuola del Bertini (1876-1879) a costo di quanto impegno, quanta caparbieta’ e… quanti premi e riconoscimenti, sin dal primo anno di frequenza, 1872, ma la stoffa c’era gia’….Gigliola Tallone

Con eccezione della notizia inedita qui riportata, albero genealogico della famiglia Tallone, note, bibliografia e molto altro su Cesare Tallone, Electa 2005


FRATE CUOCO

ll Frate Cuoco Cesare Tallone, olio su tela, cm. 180x120
Ritratto di commissione del Cav. G.Confalonieri di Milano, 1896
Collezione privata, 2007

Questo splendido dipinto non e’ mai stato esposto durante la vita del pittore, fu invece ammirato nella mostra postuma di Cesare Tallone della Real Accademia di Brera del 1921 e pubblicato nel piccolo catalogo V. Bignami- C. Caversazzi del 1922, versione leggermente ampliata e corredata di fotografie che succede al catalogo del Bignami del 1921. Fu riprodotto anche sulla monografia di Cesare Tallone della edizione dell’Esame di Enrico Somare’ del 1945. In ambedue i libri il dipinto era riprodotto in bianco-nero. Da allora non si ebbero piu’ notizie, tanto che io cito il dipinto, nel testo e nelle note, nella mia monografia Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005, senza pubblicare la fotografia, che avrei voluto a colore e fatta ex novo. Purtroppo non ero riuscita a rintracciare la sede del quadro.
L’idea che “Il signor Confalonieri” avesse commissionato un simile ritratto mi ha sempre incuriosita. Tallone era ambitissimo dalla commissione come ritrattista, e sia a Bergamo che poi a Milano, le richieste erano tante che il pittore doveva spesso rifiutare. Tallone non era un pittore di genere ne’ ebbe mai mercanti intermediari. Se alcuni paesaggi, fiori o ritratti gia’ eseguiti vennero acquistati, come ad esempio La Massaia (ritratto della moglie Eleonora in attesa del figlio Guido, 1894), comperato dallo stesso Confalonieri, questo succedeva dopo l’esecuzione avvenuta e qui in particolare, dopo la Seconda Esposizione Triennale di Milano del 1894, dove il dipinto risalto’ come un esempio altissimo di realismo.
Cesare Tallone esegui’ alcuni ritratti su commissione per terzi, pochi certamente in confronto alla sua produzione, e solo di personaggi defunti, la maggior parte su commissione dell’Ospedale Maggiore di Milano. Pochi e spesso contro voglia, atteggiamento facilmente intuibile per un artista che aveva bisogno di un modello vivo e vegeto di cui magistralmente riportare somiglianza e psicologia. La documentazione non manca. E spesso la moglie era costretta ad intercedere con lettere per calmare i richiedenti irritati per il ritardo della consegna.
Ma questo Frate Cuoco e’ una storia a se’. Essendo nota la didascalia “ritratto di commissione di..”, mi chiedevo se il personaggio ritratto fosse stato indicato dal committente o scelto da Tallone. Sono percio’ felicissima di aver conosciuto (ed essermi vivamente congratulata con lui) il compratore attuale, il quale mi ha concesso gentilmente la documentazione di questo specialissimo ritratto, che resta nei modi della commissione , un esempio unico nella storia del pittore.
Non si richiede solo un frate cuoco, ma un frate cuoco nella sua cucina, e lo si vuole mentre parla e mostra i pesci pronti per essere cucinati. In piu’, il committente pretendeva che il cuoco parlasse con un coltello in mano e che uno dei pesci fosse sbuzzato.
Divertente e’ la risposta di Tallone riportata dalla paziente moglie Eleonora in una lettera al segretario del Cav. Confalonieri, il signor Guido Brasseur: “Cesare(…)mi ha spiegato la ragione per la quale non aveva potuto contentare interamente il sig Confalonieri. Il frate, abbandonato per un momento il lavoro, parla allegramente, se in una mano stringesse il coltello quella mano, dice Cesare, non andrebbe d’accordo col cervello….”
Riporto sotto tutta la lettera anche per affetto verso mia nonna Eleonora, la quale, pur avendo dal 1889 al 1896 messo al mondo gia’ sette figli (dei quali due piccoli morti a pochi mesi) e fosse incinta del figlio Ermanno che nascera’ nell’agosto 1896, trovava il tempo per collaborare col marito e corrispondere coi suoi commitenti!
Un altro documento svela che il modello per il “Frate cuoco” venne cercato e trovato da Cesare Tallone che lo considerava il candidato perfetto. La moglie Eleonora scrive da Bergamo il 30 maggio 1895 “ ...ha finalmente trovato l’uomo che Dio fece per rappresentare il frate cuoco”

Il Frate cuoco e’ un esempio della superba padronanza di Tallone di un vastissimo bagaglio tecnico e culturale, che richiamava secondo la personalita’ della persona che gli stava di fronte in carne ed ossa. Qui il ritratto ricorda la pittura fiamminga, che tutta la complessione della figura e del volto del rubicondo frate suggerisce. La straordinaria “natura morta”, (che meglio sarebbe chiamare “natura viva”) dove si percepisce l’umidore di quei pesci che sembrano ancora respirare le ultime boccate d’aria, e’ esempio di maestria che supera la collocazione nel tempo.
IL dipinto Frate cuoco era stato offerto dal Confalonieri per essere inviato a Roma nel 1899, dove la commissione per la cattedra vacante di Pittura e del nudo di Brera si riuniva per scegliere il nuovo candidato. Tallone volle a tutti i costi, con lettere, telegrammi e intercessioni di importanti conoscenti, che il Cav. Confalonieri inviasse invece l’altro ritratto di sua proprieta’, La massaia. Il povero segretario Brasseur scrive in una lettera al cavaliere il suo imbarazzo, ma Tallone riesce a convincere il proprietario a spedire a Roma il quadro scelto da lui, appunto La massaia.
Cesare Tallone vincera’ il concorso e reggera’ la cattedra di Brera dal 1899 al 1919, l’anno della sua morte.
Il 1907 il Cav. Confalonieri donera’ La massaia alla Civica Galleria d’Arte Moderna di Milano, galleria per la cui costituzione Cesare Tallone era stato chiamato come membro della Commissione di Brera nel 1902. Il dipinto oggi si trova esposto.
Il Frate Cuoco rimase probabilmente nella collezione privata originale fino a poco, ed ora e’ collocato presso un ammiratore che non e’ un esperto d’arte ne’ collezionista, ma e’ stato tanto impressionato dal dipinto da innamorarsene fulmineamente e volerlo per se’. E il Frate cuoco continua a raccontare per lui i segreti della sua cucina.
Cesare Tallone nell’Aldila’ sara’ contento…
Gigliola Tallone, febbraio 2007

Per ampia documentazione su Cesare Tallone Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005

Lettera di Eleonora Tango Tallone moglie del pittore a Guido Brasseur segretario del Cav. G. Confalonieri, Bergamo. 24-4-1896



Cesare Tallone, La Massaia (la moglie del pittore), 1894, olio su tela. cm 205 x 88, Milano, Civica Galleria d'Arte Moderna
Gigliola Tallone, Electa, 2005, pagina 103


Edmondo Maria Virga (nato a Milano il 7 Aprile 1887)

Allievo privato di Cesare Tallone all’Accademia di Brera


Edmondo Maria Virga coscritto cavalleria 1915 circa

Edmondo Maria Virga era allievo privato nello studio di Cesare Tallone all’Accademia di Brera, intorno al 1903, come mi segnala Sandro Podestá, nipote per parte di madre. Se il gentile discendente non mi avesse inviato sue notizie, sarebbe stato uno dei molti allievi privati di Tallone senza nome. Di questo numeroso stuolo di allievi, alcuni sono noti, basti pensare a Giuseppe Pellizza da Volpedo, allievo privato alla Carrara di Bergamo. Altri hanno avuto in passato fugaci menzioni, come Emma Nessi, della quale ho pubblicato di recente la fotografia nel sito “Chi l’ha visto Arte”; mi é noto poi, per la stretta amicizia con la mia famiglia, l’architetto Paolo Candiani, (Busto Arsizio 23.8.1897-Gorla Maggiore 10.8.1981) allievo nello studio di Tallone di Corso Garibaldi il 1912, anno in cui lo studio all’interno dell’Accademia non é piú disponibile, con grande dolore di Tallone, che amava continuare la tradizione dell’Accademia, nella continuitá con il suo maestro Giuseppe Bertini. (testo e note Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005).
Sono perció grata al nipote per avermi segnalato il nome di Virga e la inedita notizia della copia del dipinto del suo maestro Tallone “Massaia”, nota opera qui sopra riprodotta. Molte volte mi sono chiesta quale sia stato il destino degli “allievi privati”: in queste parole di Sandro Podestá, che riporto volentieri, si deduce che la vita spesso ha imposto altre svolte, allontanando quei giovani entusiasti di ante Guerra Mondiale dalla pittura come professione, non dalla pittura come passione.

Gigliola Tallone Gennaio 2011

“Casualmente visitando il sito internet da Lei gestito e dedicato al suo celebre avo mi sono ricordato, io giovinetto, di quanto mio nonno materno Edmondo Maria Virga mi raccontava avendo in gioventù avuto, quale grande maestro all'accademia di Brera, giustappunto Cesare Tallone.
A questo proposito vorrei segnalarLe di essere possessore di una copia ad olio della celebre "Massaia" eseguita dal mio nonno nel ricordo di fedeltà al suo maestro: e mi è caro con una punta di malinconica emozione, credendo di fare cosa gradita , inviarLe la riproduzione fotografica di questo quadro.
Posso anche aggiungere che nell'escursus successivo della sua opera fu anche coinvolto come scenografo al teatro La Scala di Milano, ma non potrei ulteriormente delucidare poichè si stava delineando la grande tragedia della I^ guerra mondiale e mio nonno fu arruolato nel "Genova" cavalleria interrompendo la sua attività artistica e successivamente la sorte impegnandolo nella lotta della vita familiare quotidiana che lo spinse a trovare altrove la fonte del suo sostentamento.
Non abbandonò comunque lo stato artistico che mi è testimoniato da vari dipinti elaborati per svago e rimastimi dalla famiglia.”
Sandro Podestà


Edmondo Maria Virga, copia del dipinto “Massaia” di Cesare Tallone, olio su compensato, cm 96x53.





UNA SCOPERTA ENTUSIASMANTE: IL RITRATTO DI CESARE TALLONE ALL’AMICO FILIBERTO PETITI




Cesare Tallone, Ritratto di Filiberto Petiti
olio su tela, cm. 81 X 56.5, 1880-1883, coll. priv.
Retro: Dichiaro che questo ritratto e’ opera di mio fratello Cesare Tallone. In fede Giuseppina Tallone ved. Scribante”




Quando gli esperti dell’asta Sotheby’s mi hanno mostrato il ritratto, ho fatto un salto di gioia: mi ero occupata molto di Filiberto Petiti, e solo io so quale sia stata l’impresa per trovare notizie documentali certe.
Ora che il dipinto e’ stato acquisito da un intelligente collezionista, partecipo con entusiasmo la notizia agli amici del sito Chi l’ha trovato “arte” .
Questo personaggio mi ha intrigato fin dal principio, poiche’ veniva riportato da Antonio Mancini nei suoi “Diari” come parente romano di Cesare Tallone.
Riporto il sunto della copia dell’atto integrale di nascita: “Filberto Petiti nato a Torino il 14-11-1845, figlio di Giuseppe e Giuseppina Chiarando. Padrino sua Eccellenza conte Avogadro di Colobiano, gentiluomo di camera di professione S.M. la Regina Maria Cristina...
Le mie ricerche quindi smentiscono l’amico Mancini.
Filiberto era avviato, come il padre, alla carriera nella pubblica amministrazione e per questo trasferito a Firenze nel 1867 come funzionario dei Beni Demaniali.
La sua passione pero’, osteggiata in famiglia, era la pittura, e a questa attendeva nel tempo libero, tanto che fu definito dai pittori della sua cerchia “Il pittore della domenica” .
Frequenta l’ambiente dei Macchiaioli e nel 1873 ottiene un importante riconoscimento alla Promotrice Fiorentina. Trasferitosi a Roma il 1874, Filiberto lascia il suo impiego e si dedica solo alla pittura e all’acquarello, della cui tecnica fu uno dei piu’ raffinati esecutori. Entra nel gruppo artistico dei “XXV della Campagna Romana”, inseme a Duilio Cambellotti, Giulio Aristide Sartorio, Adalberto Cencetti, Giuseppe Trabacchi…gruppo che ebbe molti piu’ che 25 accoliti.
Dal 1878 fa parte dell’associazione degli Acquarellisti di Roma, fondata nel 1875 da Ettore Roesler Franz, Raimondo Tusquets, Vincenzo Cabianca e molti altri.
Partecipa all’Esposizione Nazionale e internazionale di Roma del 1883. Il critico Primo Levi “L’Italico” scrisse a proposito degli acquarellisti “ Abbiamo oggi in Italia, e dell’Italia piu’ specialmente a Roma, Acquarellisti di una forza e una fecondita’, che ogni altro periodo, ogni altro paese, potrebbe invidiarci”
Alla stessa mostra debuttava Cesare Tallone, che venne acclamato ritrattista “tale da far epoca”, come scrisse il Levi, ed ebbe il plauso della critica, della commissione e del pubblico. Il “Ritratto del signor Bernasconi Luigi” fu acquistato dal Ministero della Pubblica Istruzione per l’iperbolica cifra di L.6000.




Cesare Tallone, Ritratto del signor Bernasconi Luigi, 1882 circa, olio su tela, cm120 X 78,5, firmato B/D Tallone C., Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
Pubblicato in “Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005”



Piemontesi ambedue, Tallone a Roma stringe amicizia particolarmente con i suoi conterranei, oltre che il Petiti, Giacomo Grosso e Lorenzo Delleani.
Il Petiti e’ probabilmente l’amico che introduce Tallone nella famiglia Tango, dove conosce la sua futura moglie Eleonora. Al matrimonio, celebrato a Roma il 18-4-1888, Filiberto e’ il testimone. Il recentissimo ritrovamento delle lettere della famiglia Tango, posteriore all’uscita del mio libro, conferma la frequentazione con la famiglia Petiti.
La prerogativa talloniana di unire scioltezza e rigore, e’ presente in modo superbo in questo ritratto di Filiberto Petiti, cosi’ come scrive Primo Levi nel 1883, a proposito del ritratto di Bernasconi esposto a Roma: “Tallone ha di Cremona compreso perfettamente lo spirito, e ne raggiunge completamente lo scopo, pur gettando l’impronta di una potente originalita’…”
Tallone quindi ha unito la lunga e feconda esperienza accademica di Brera (1872-1879) con quella della Famiglia Artistica che ha frequentato parallelamente, e ha inventato un suo stile personalissimo, conciliando il grande bagaglio culturale derivato dall’osservazione dell’antico con l’espressione moderna della pennellata sicura, sciolta e vibrante di luce. Incurante di ogni particolare che potrebbe disturbare l’insieme, concentra il fuoco del dipinto al volto dell’amico, assorto mentre dipinge.



Cesare Tallone, Ritratto della sorella del pittore Giuseppina Tallone in Scribante in costume di Ciociara (particolare), 1885-1887, olio su tela, non firmato, cm. 218 X 130, prov. gia’ coll Gregorini, gia’ Finarte.
pubblicato in “Cesare Tallone, Electa 2005”



Giuseppina Natalina Tallone, di due anni maggiore del fratello Cesare, nata a Savona il giorno di Natale del 1855, aveva sposato Giovanni Scribante, che all’epoca del matrimonio ad Alessandria, il 24 settembre 1874, era “scrivano locale presso la direzione territoriale d’Artiglieria”. Dal 1881 erano residenti a Roma in Viale Castro Pretorio,28.
Questo dipinto reca la firma sul retro della sorella di Tallone, ritratta da lui due volte nelle vesti di una Ciociara. Mi e’ caro ritrovare la sua calligrafia, che si ricongiunge alla calligrafia del marito, ammiratore del cognato Cesare Tallone fin negli anni accademici a Brera, in alcune lettere del fondo dei discendenti di Domenico Boratto, antico benefattore alessandrino del giovane Tallone, e mi raccontano una storia di affetti e d’arte.

Nota. All’Asta Sotheby’s e’ stato presentato anche il ritratto di Enrico Petiti, figlio di Filiberto, da me autenticato e datato 1890 circa, dipinto anch’esso recante sul retro la scritta autografa di Giuseppina Tallone Scribante. Ho avuto quindi l’occasione di contattare i discendenti Petiti. E stima e amicizia antica continuano…

Piu’ notizie di Filiberto Petiti nel testo e note in “Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005.”


UN MAGNIFICO RITORNO


Ritratto del pittore Cesare Maironi, 1886 / n. arch. 0022
Olio su tela
Cm. 225 x 125
Firmato b/d Tallone C.

Con grande entusiasmo e in nome di mio nonno dal paradiso dei pittori, mi congratulo della generosa idea del dott. Sergio Arnoldi che ha voluto donare, in memoria di suo padre, al Comune di Bergamo e la sua Accademia Carrara, un’opera così importante e rappresentativa del grande e indimenticabile maestro che seppe influenzare più generazioni di pittori. Ammiro questo gesto encomiabile di un privato cittadino amante della cultura e l’arte che ha salvato dalla dispersione del mercato un’opera eccelsa, permettendole di divenire patrimonio di molti in quell’Accademia bergamasca indissolubilmente legata al nome di Cesare Tallone. L’opera, rimasta nel silenzio per decenni, e’ ora da me archiviata insieme alle opere inedite, salite alla luce dopo l’uscita della monografia Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005

Cesare Maironi (Bergamo 4 giugno1824-1891) fu pittore e scultore. Tra le sue opere gli affreschi della Chiesa delle Grazie e della sala dell’antico consiglio comunale, fu amico di Carnovali detto il Piccio, e il fratello Alberto fu anch’esso pittore.
L’imponente e fiera figura dell’anziano pittore bergamasco sembra indicarci le simpatie caratteriali di Tallone. Fu probabilmente attraverso Cesare Maironi che Tallone conobbe e divenne amico del fratello Federico, assertore battagliero degli ideali socialisti, dei quali fu apostolo Emilio Gallavresi e organizzatore Guglielmo Davoglio, cognato di Cesare Tallone, insieme all’avvocato Alessandro Tiraboschi, il cui ritratto, eseguito da Tallone, fa parte della collezione dell’Accademia Carrara di Bergamo*.
Il ritratto, col titolo “Ritratto del sig. Maironi, commissione” fu esposto all’Esposizione della Reale Accademia di Belle Arti in Milano, l’estate 1886.
La potenza espressiva, la vitalità della figura e l’energia delle masse decretano l’indiscutibile supremazia di Tallone nel ritratto a grandezza naturale.
Eseguito a un anno dalla conquista della Cattedra di Pittura e del Nudo della Carrara, Tallone volle anche mostrare ai suoi allievi, nella sua scuola speciale impostata come una bottega rinascimentale, come per affrontare il ritratto si dovesse saper riprodurre la figura nelle dimensioni originali. La forza del disegno nasce da questo concetto, derivato dai suoi studi degli antichi maestri. Chi sa disegnare in grande, potrà essere altrettanto sicuro nelle piccole dimensioni, mentre non è possibile il contrario. Giuseppe Pelizza da Volpedo, suo allievo privato alla Carrara, dirà di Tallone “delle regole del buon disegno e della maschia pittura fu l’unico fra i mei maestri”.

* Tallone ritrasse anche moglie e figlia di Emilio Gallavresi, “Maria Gallavresi bambina con la madre”, il ritratto appartiene all’Accademia Carrara. Il ritratto di Guglielmo Davoglio e’ ancora di proprieta’ sconosciuta.
Quale curiosita’ supplementare, segnalo che la magnifica cornice, per similitudine con altre da me studiate, era tra quelle che Tallone incaricava all’amico e collega a Brera Giuseppe Mentessi, che ne progettava il disegno.

Mostre e pubblicazioni

Ritratto del sig. Maironi Esposizione Reale Accademia di Belle Arti in Milano 1886

Il pittore Cesare Maironi
V. Bignami, C. Caversazzi, Cesare Tallone, R. Accademia di Brera, Istituto Italiano d’arti Grafiche, Bergamo 1922 Pag. 52 (1) esposto nella mostra postuma, Brera, 1921

Ritratto del pittore Cesare Maironi
A. Mensi, R. Scaglia, Mostra degli artisti alessandrini dell’Ottocento, Alessandria 1940
elenco opere n.86

Il pittore Cesare Maironi
Cat. E. Somarè, Tallone, ed. dell’Esame, Milano 1945
tavola 37

Bibliografia.

Arch. Acc. Brera, Cat. Uff. delle Esposizioni Edoardo Sonzogno ed. 1886; V.Bignami, C. Caversazzi, Cesare Tallone, Reale Accademia di Brera, Bergamo Istituto Italiano d’Arti Grafiche, 1922; E. Somarè, Storia dei pittori italiani dell’Ottocento ed. dell’Esame, Milano 1928; Enea Tallone, Il periodo bergamasco di Cesare Tallone, grande pittore moderno, Eco di Bergamo 3-9-1936; E. Somarè, Tallone, ed dell’Esame, Milano 1945; Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005; per notizie biografiche di Cesare Maironi, Cfr. Belotti 1959,VI p. 495.

Gigliola Tallone curatrice dell’Archivio Tallone, gennaio 2009.

 



Uno sconosciuto che assomiglia a Michetti?


Cesare Tallone, Ritratto d’uomo con cappello e occhiali
Olio su cartone, cm. 35 X 26, 1883 circa. Coll.priv.

 

Appena visto questo ritratto inedito, mi è parso di riconoscere fattezze note che mi hanno indotta, spinta dall’entusiasmo, a una breve ricerca di fotografie di amici pittori di Tallone. Infine ho ravvisato una forte somiglianza con Francesco Paolo Michetti, la cui conoscenza a Roma, tra il 1882 e 1883, si adatta alla datazione del dipinto.
Devo subito qui dire che, attraverso un gentile intermediario, la fotografia è stata mostrata ai discendenti del pittore, che non hanno ravvisato la somiglianza del loro antenato Michetti col ritratto di Cesare Tallone.
Inchinandomi al verdetto, resta però la curiosità di un personaggio tanto somigliante all’amico Michetti, ritratto da Tallone negli anni della loro conoscenza. Un sosia?.
Il “periodo romano” deve riferirsi alla partecipazione di Cesare Tallone all’Esposizione Nazionale e Internazionale di Roma, del gennaio 1883, alla quale parteciparono, tra altri, lo stesso Michetti, oltre che, tra gli amici di Tallone, Filiberto Petiti (vedi sopra nel sito web), Giacomo Grosso, Ambrogio Raffaele, Giacomo Albè, tutti e quattro ritratti da Tallone in quegli anni.
L’opera mostra la scioltezza tipica di Tallone nel ritrarre gli amici e parenti, fuori da commissione: impressioni rapide che catturano fisionomia e carattere della persona ritratta, opere esattamente concluse però, con la determinazione di poche pennellate decisive. Anche la firma- con la T corsiva maiuscola arrotondata e le lettere ordinate, con la coda della “e” finale che sottolinea il cognome- conferma la datazione.
E, visto che Michetti o non Michetti, di questo stiamo trattando, diro’ che tale era l’ammirazione per le opere di Michetti, che Tallone portò - non senza scandalo in Accademia- alcune “teste” dell’amico da far copiare ai suoi allievi alla Carrara, e un allievo, Rinaldo, fece in accademia una copia della “Testa di fanciulla” datata 1883, che Tallone aveva portato con sè da Roma.
Ebbe molte altre occasioni per frequentare Michetti, essendo Tallone di casa a Roma, incaricato di molti ritratti su commissione dopo il successo dell’esposizione, tra l’83 e l’85, e ancora per periodi posteriori, inframmezzati all’insegnamento alla Carrara, la cui cattedra aveva vinto il 1885. Un’altra non indifferente ragione per frequentare la capitale, era la fidanzata Eleonora Tango, che sposerà il 1888 a Roma. Inoltre l’amico intimo Filiberto Petiti, ormai romano d’adozione, e futuro testimone di nozze di Cesare, era introdotto in quell’ambiente artistico, e a lui si deve la presentazione della famiglia Tango: Vincenzo Tango, napoletano, erudito autore di testi giuridici, procuratore della Corte di Conti, padre della futura sposa, pittore per diletto e appassionato d’arte, la cui casa romana era aperta ai giovani artisti e intellettuali partenopei; e il fratello Giuseppe Tango, ingegnere e pittore, presente anche lui alla mostra di Roma. Aggiungiamo l’intimo amico di Cesare, Guido Boggiani- della cui frequentazione con Michetti è risaputo- a Roma insieme a Tallone, anche lui espositore alla mostra e proprietario dello studio prestato a Mancini.
Più avanti, nella stessa giuria per il concorso di Brera il 1899, che vede ancora Tallone vincitore, farà parte anche Francesco Paolo Michetti.
Resta la consolazione di un bel ritratto inedito a cui manca il nome del personaggio, ritratto che dovrà accontentarsi del sottotitolo “uno sconosciuto che assomiglia a Michetti”. Peccato.

Rifer. e note Cfr.Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005
Gigliola Tallone curatrice dell’Archivio Tallone
info@archiviotallone.com
Gennaio 2009



UN INEDITO E SUPERBO RITRATTO DI SIGNORA





Cesare Tallone, Signora di profilo con cappellino, olio su tela, cm. 55x40, firmato b/d CT, anni 1880 -1884

Questo intenso ritratto, appartenuto allo stessa famiglia milanese fin da prima degli anni’20, si unisce alla trentina di ritratti da me archiviati dopo la pubblicazione del libro (Gigliola Tallone, Cesare Tallone, Electa 2005).
La straordinaria semplificazione della pittura di Cesare Tallone è qui preclaramente rappresentata.
Il bel volto di profilo riceve ed è avvolto dalla luce dorata dello sfondo, mentre tutto il resto, il cappellino e la veste, rimane come controluce, con i neri appena vibrati. Nessun orpello, tanto abusato nella pittura post post impressionista di quegli anni, solo luce e volumi, solo lo sguardo intenso, solo la personalità della signora in posa, che ci viene tramandata fino ad oggi.

Marzo 2011 Gigliola Tallone

 


Volto di giovane ispirato

Cesare Tallone, Volto di giovane ispirato, olio su tela, cm 44 x 36, 1895 circa. Coll. priv.

Inedito splendido ritratto che si aggiunge alla piccola schiera di trenta opere catalogate dopo il mio libro Cesare Tallone, Electa 2005. Senza firma e senza data, si può approssimare il periodo, in mancanza di altri documenti, intorno al 1895. Il ritratto fu regalato da Cesare Tallone all’amico e collega Giuseppe Carnelli di Bergamo. Sul retro è incollato l’appunto “questo dipinto per tradizione famigliare fu regalato all’amico pittore Cesare Tallone in cambio dell’ospitalità ricevuta”.
Superfluo per stabilire l’autenticità del ritratto, così palesemente autentico, è però utile a stabilire una data approssimativa e il luogo certo: Bergamo. Giuseppe Carnelli (Bergamo 1838-1909) fu iscritto all’Accademia Carrara dal 1850 al 1860, e venne riammesso il 1863 per interessamento dello Scuri, suo maestro. Saranno iscritti anche i figli Dante e Francesco. Come nella tradizione della Cattedra guidata dallo Scuri, anche il Carnelli si dedicò prevalentemente ai dipinti di soggetti religiosi e fu noto autore di molti affreschi e decorazioni. Per più ampie notizie su questo pittore si può ricorrere alla lettura della biografia Treccani riportata sul web.
Qui interessa il dono di Cesare Tallone, riconoscente per l’ospitalità del Carnelli, durante uno dei numerosi traslochi (ne ho contati almeno 7) per la grande famiglia che si allargava, con un figlio all’anno dal 1889. Peccato non conoscere il nome del giovane ritratto...
Posso azzardare che sia un suo allievo alla Carrara, forse in posa “ispirata” con gli occhi rivolti verso l’alto, come esempio di scuola dello studio dell’espressione.
Tallone spesso dipingeva insieme agli allievi, come è ampiamente riportato, in specie da Pellizza da Volpedo, che annotava ogni parola di Tallone alle lezioni. Documenti fotografici preziosi si possono vedere nel libro “Pellizza e la fotografia, il fondo fotografico, Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, 2007”. La stessa moglie parla, in una lettera alla madre del marzo 1890, del ritratto a un suo allievo, “un certo Lombardi”, specificando che il marito ha molte commissioni ma preferisce ritrarre “per niente”. Questi ritratti estemporanei possono essere stati eseguiti più volte. Nel caso del ritratto in esame, potrebbe trattarsi di un allievo privato in Accademia, come il Pellizza. Del resto anche il magnifico ritratto al tenente Buffa, suo allievo privato, viene eseguito alla Carrara (1892 circa). Infine, dallo studio di quegli anni, propenderei per una datazione tra il 1895 e la fine della Cattedra di pittura alla Carrara, il 1898.

Gigliola Tallone Aprile 2011.

 



Work in progress…